È da secoli che l’amaro è considerato il digestivo per eccellenza. Dopo un pasto ricco o pesante, sembra quasi d’obbligo concludere con un bicchierino di questo liquore dal sapore intenso. Ma quanto c’è di vero in questa credenza? Le proprietà digestive degli amari sono un mito popolare o una realtà scientifica?
Un rimedio che affonda le radici nella medicina popolare
L’amaro non è una invenzione moderna. Già in epoca romana e poi in quella medievale le persone ricavavano infusioni di erbe per combattere problemi di digestione. Erano ricette a base di piante amare — come la genziana, l’assenzio, l’achillea o l’anice stellato — che, secondo la medicina popolare, stimolavano le funzioni gastriche e del fegato, contribuendo a una digestione più agevole.
È da questa lunga tradizione che nascono i moderni amari, che alla base delle loro ricette continuano a mantenere una varietà di botaniche dal sapore intenso e dal potere aromatico.
Come agirebbero le erbe amare sulla digestione?
È scientificamente dimostrato che le sostanze amare contenute in piante come la genziana o l’assenzio stimolano le papille gustative. Quest’azione, a sua volta, innesca una serie di risposte fisiologiche:
✅ Aumenta la produzione di saliva, che aiuta a scomporre il cibo.
✅ Stimola la secrezione di succhi gastrici, ricchi di acido cloridrico e di enzimi fondamentali per la digestione delle proteine.
✅ Favorisce la peristalsi intestinale, ovvero le contrazioni che spingono il cibo lungo l’apparato digerente.
✅ Supporta la produzione di bile, importante per l’emulsione dei grassi.
È per questo che le erbe amare, per secoli, sono state prescritte per combattere la lentezza digestiva, la sensazione di pesantezza dopo i pasti e la perdita di appetito.
Mito o realtà?
È quindi corretto dire che l’amaro può agevolare la digestione, a patto che sia consumato con moderazione.
È importante non considerarlo una cura per problemi digestivi seri (che richiedono una valutazione medica), né come una scusa per eccedere con l’alcol dopo ogni pasto.
È piuttosto un aiuto, un tonico dal sapore intenso che può stimolare le funzioni digestive in modo naturale.
È per questo che la sua diffusione come fine pasto è tanto radicata in diversi paesi europei, in particolare in Italia, dove ogni territorio vanta ricette di amari a base di piante tipiche.
Un piacere da gustare con moderazione
È importante consumare l’amaro con moderazione (un bicchierino è più che sufficiente) per ottenere benefici senza eccedere con l’alcol.
È la ricchezza delle erbe, piuttosto che l’alcol, a fare la differenza dal punto di vista digestivo.
È per questo che prodotti come l’Amaro del Corvo, realizzati con una cura artigianale delle botaniche, offrono non solo sapore, ma anche una sottile esperienza tonica per lo stomaco dopo il pasto.